Era parecchio tempo che pensavo all’idea di un podcast, ma un conto è registrare una cosa col tuo microfono, un conto è avere a disposizione una produzione che ti aiuta occupandosi di dettagli di non poco conto che partono dalla grafica, passando per la sigla, e arrivano alla cura dell’audio e della diffusione.
La mia idea era quella che ha caratterizzato anche tutta la mia produzione poetica; quella di fare in modo che il linguaggio arrivasse in maniera chiara e comprensibile al numero maggiore di persone. Perché? Perché la poesia è di tutti e bisogna rimetterla nelle mani di chiunque te ne porga una. E poi ci sono un sacco di cose che non sappiamo sui poeti! Ce li immaginiamo lì, con la loro penna d’oca a struggersi per un amore non corrisposto o a guardare la luna smarriti in attesa di comporre il verso che rimarrà in eterno.
E invece ci sono poeti che hanno fatto una fatica tremenda per pubblicare oppure non lo hanno mai fatto, poeti che hanno fatto cose orribili, lontanissime dall’animo nobile che siamo spinti ad affibbiargli a causa dei nostri stereotipi; ubriaconi, stronzi, che oltre alla loro opera hanno scritto poesie brutte, divertenti, giocose, ironiche. Sui cani morti, sulle prostitute, perfino sul loro buco del sedere. Nelle loro vite ci sono storie affascinanti che sono a volte anche poco poetiche, ma molto reali, a volte addirittura surreali. Allora perché non rompere quel vetro che li tiene distanti? Perché non raccontarle queste storie, non mostrare la normalità, la debolezza? Nulla che riesca minimamente a intaccare la grandezza della loro opera ma che anzi credo ci permetta in molti casi di comprenderne le intime sfumature.
Quindi ho scritto le puntate, ho raccontato le storie, ci ho messo qualche spunto per coltivare il dubbio e ho scelto di recitare alcune poesie che per una ragione o l’altra sono collegate alle storie e che volevo condividere col pubblico ed è nato: “Un verso tira l’altro – postumi da poesia, un podcast di zampediverse scritto e interpretato da Paolo Agrati, che sono io.”
Zampediverse.srl , che è l’agenzia che lo ha prodotto, ha sempre avuto un debole per la poesia e per le sue declinazioni. Ha sempre manifestato il suo interesse nell’idea che la poesia sia un mezzo di comunicazione efficace, potente e rivoluzionario che ha solo bisogno di ritrovare un modo, una via per parlare nuovamente a tutti.
Così, quando Moreno Pirovano, il fondatore, mi ha chiamato dicendomi: Ciao Paolo come va, senti, lo facciamo un podcast di poesia? Non potevo che rispondergli: Certo, quando cominciamo?