Al bar dove ho preso un panino
Biagio Antonacci si rivolge a tutti:
–Una ragazza come te
che ha preso a pugni la sua vita
fino a che è diventata vita vera
ma dimmi come fai
a ragionar cosi
cambiando adesso la bandiera
lillillilì lallalallà –
Ho deciso di seguire la fanciulla mora
dalle gambe scure, magre. Possenti.
Un vestitino bianco leggero
fa da coro ai suoi fragili passi.
Ha scelto l’ultima carrozza del treno.
è una prima classe?
Le chiedo
E’ l’unica carrozza decente mi risponde
e il sorriso, finalmente.
Lo trucco da ricordo
perché il resto della mia giornata sia smagliante.
Rubo soltanto
ciò che non costa niente.
Mi siedo apro il libro
e quello stronzo di Celan
dal primo rigo di Canto Marino
mi fa piangere come un bambino scemo.
La libreria della stazione
proprio al piano dove l’ho acquistato
riportava sulla parete delle scale
una frase di Cherubini, Lorenzo:
-Il viaggio è la prima forma di realtà virtuale-
Il treno è già partito.
Per chi dovrei smettere di scrivere.
Non l’ho ancora capito.
da “Amore & Psycho”
