Sprecate come cibo avanzato.
Sputate in strada, al bar
dal divano per imprecare
contro i notiziari della sera.
Parole buttate in consuete
scemenze; per i parenti
i colleghi i vicini di casa.
Per discutere del tempo
sugli ascensori. Per il vigile
la fornaia, il benzinaio
il cameriere. Nella rete
mute come pesci morenti
in cerca di un grido.
Quante parole sprecate.
Per te, non ne sono rimaste.
Non me ne sono rimaste per te
che tremavi alle mie lettere.
Per te non c’era digiuno
c’era una lingua privata
ora privata di suono.
Di silenzio privata ora che
abbiamo deciso di mancarci
per il resto della vita.
Da “Amore & Psycho” Miraggi Edizioni

L’ha ribloggato su Vagando ramingo nel bosco umano.e ha commentato:
Paolo Agrati è un poeta che avevo ascoltato qualche tempo fa. Questi suoi versi esprimono qualcosa che mi riguarda da vicino e per questo motivo vorrei condividerli con chi mi segue.
Grazie a Paolo Agrati.
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Buongiorno Signor Argati
Mi sono permesso di condividere sul mio blog questi versi perché descrivono benissimo questo particolare della mia vita.
Se preferisse che io non condivida questi suoi versi me lo scriva e io farò come Lei desidera.
Cristopher.
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Ciao Cristopher! E’un piacere per me che tu le condivida, ti ringrazio molto.
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Quel : ” ABBIAMO DECISO DI MANCARCI PER IL RESTO DELLA VITA” E’ GENIALE ! ANCHE SE LE MIE OPINIONI NON CONTANO , FINALMENTE UNO DEI POCHI POETI AL PASSO CON I TEMPI PIU’ PROGREDITI ! CIAO ! A PRESTO
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Giovanna Grazie! Mi ero perso questo tuo commento. Grazie ancora, le tue opinioni contano eccome!
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