Polpo di spugna




Un pescatore acciuga
i polpi
di tosse
scampati al naufragio
nell’olio del mediterraneo.
Ottomani come
i barbari venuti dall’Africa
a rubarci il lavoro.
Ma allora era in vista?
Non l’avevamo nascosto bene?

E’ generoso del resto
che voi àfrichi
o meglio afri cani
doniate le braccia
all’agricoltura
ma del resto, del resto?
cosa ce ne facciamo?

La polpa è dell’aglio nei campi.
Basta al vampiro perché campi.
È un bianco puro
che caccia il lavoro
nel nero. Nell’oscuro rifiuto
di una pelle.

E fiumi d’inchiostro che sfociano in balle
purché la verità non si seppia.
Che àncora addio!
ce n’è scampi?
E sgombri
le stanze della politica spolpa
concentrata
alla sfrutta. In fame
cieca
che in più non ci sente.
Ancora a cercare
l-oro nell’acqua.

Setaccio acconsente?

La vitamina
la vita ci mina
la vita mina ci
la vita Oh! Chi Min!
la vita minaccia
dal gusto amaro
da ingoiare
da rimandare giù.

Non sono a favore della caccia
eppure basterebbe una licenza
media
per cacciare tutti quanti
licenziare i soldati, i preti
che intonacano i bambi
nelle sacre
stie.
I frati santi con le mani bucate
sperperano apparizioni
appaiono perfino nei cappuccini.

Nel mare di merda
si spiaggiano in un baleno
nudi sti ignoranti vestiti
coi costumi
da carnevale.

Ma quanto vale sta carne?
Mah direi quasi niente
sia morta che viva.
Il destino del Clan
è migliore di quello
del clandestino.

La piovra del nove
è che lo straniero resta nero, qui.
E l’italiano va in bianco, lontano
verso nuovi orizzonti
di Gloria?
Chi lo sa?

Di certo qui senza lavoro
nessuna donna più ti s’incula
con -l’amo- non si pesca più una razza.
Rivolgiti a un uomo: di rete.
No grazie, ho un’età per la quale
non riesco a cambiare abitudini
e poi vi assicuro che loro
hanno già i loro cazzi.



da “Amore & Psycho” Miraggi Edizioni

BODY OF DROWNED MIGRANT FLOATS IN THE SEA NEAR FUERTEVENTURA.

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