Olga è di Napoli. Ordina un whiskey all’aperitivo in un bar cinese di via San Gregorio ricordandomi un film con Nino D’Angelo che ho visto in gioventù dove lui ordinava un whiskey ma erano le otto del mattino. Però Nino era povero e stava con dei ricchi, non era abituato ad andare al bar e non sapeva cosa ordinare. In gioventù ho visto molti film di Nino D’Angelo perché li davano su Italia Uno al pomeriggio quando tornavo da scuola e mi facevano schiattare dalle risate.
Finiva sempre che Nino D’Angelo “teneva ‘na bbella voce” e lo facevano cantare per tutta la città. Anch’io tengo ‘na bella voce ma non vado mica in giro a cantare per tutta la città.
Olga invece sapeva benissimo cosa ordinare. Il cinese del bar era probabilmente un finto cinese che stava sostituendo il vero cinese del bar perché non aveva nessuna idea di cosa cosa volesse Olga. Non capiva proprio cosa stesse chiedendo. Avremo detto circa sedici volte: Southern Comfort. Che non è facile da dire di seguito. Provateci.
Poi abbiamo dovuto dirgli parecchie volte no, mentre lui indicava le bottiglie in fila sulla mensola ad una ad una finché non si è fermato su quella giusta.
In fine ci siamo seduti e mi ha fatto un’intervista. Non il cinese, Olga. A me piacciono le interviste. Mi fa piacere il fatto che esista qualcuno che voglia chiedere delle cose proprio a me. Cioè non ad un altro, ma a me. Questo devo dire che mi fa proprio piacere. Pensateci bene, non è una cosa normale.
Aveva questo taccuino piccolino Olga. E un cappello col pon pon di vero coniglio. Almeno secondo me era vero coniglio; un coniglio col pelo verde elettrico. E un sacco di idee. E un bel sorriso.
Io vi dico queste cose perché nell’intervista poi Olga dice delle cose di me e non mi pareva giusto che la leggeste cosi, senza sapere nulla di Olga.
eccola, comunque, sta benedetta intervista:
paolo agrati 