Attendo di proposito qualche secondo
dopo che il semaforo è diventato verde.
L’ automobilista che mi segue ha un’auto rossa
di grossa cilindrata. Mi grida qualche insulto
lo intendo dalle smorfie riflesse nel retrovisore.
Con la mano tesa come a raccogliere l’aria
disegna un arco dal basso all’altezza del volto
che potrebbe voler dire: «Eccolo là, lo stronzo».
Allora gli rispondo: guardando avanti nello specchietto
agito leggermente la mano con le quattro dita unite
contro il pollice a dire: «Cosa cazzo vuoi coglione?»
Lui è anziano, una polo gialla e l’aria di uno che ha
una moglie spenta e premurosa che lo aspetta a casa.
Cambia marcia borbottando e gira per una via in discesa.
Io ho avuto una gran bella giornata ma cercavo qualcosa
che la rendesse migliore.
